Alemayehu Eshete è una delle grandi voci del periodo d'oro della musica etiope, gli swinganti anni '60, che andarono avanti ad Addis Abeba fino al 1974, anno della morte dell'Imperatore Haile Selassie I. Insieme a Gessesse, Bzunesh Beqele o Mahmoud Ahmed, Alemayehu Eshete è una stella al centro di una costellazione che illuminava le folli e selvagge notti della capitale. Il cantante, che si fa ricordare per i suoi scatenati brani rockeggianti come per le ballate spezzacuori, è soprannominato il James Brown di Etiopia o l'Elvis d'Abissinia. Con la sua brillante presenza scenica, la sua voce suadente e le sue stravaganze, è un personaggio eccessivo che sembra essere uscito da "American Graffiti" o "La Febbre del Sabato Sera", rappresentando alla perfezione i miti esplosivi degli anni '60. La sua indomita carica giovanile rimane inalterata ancora oggi, pur avendo più di sessant'anni, e Alemayehu rappresenta ancora, come si percepisce immediatamente nell'album "Ethiopiques 22", gli esplosivi miti di quell'anni. |
