John Lee Hooker (1917-2001) rivela tutto ciò che c’è di 'africano' nel blues: il suo volto, la sua forte presenza, i suoi ritmi quasi primitivi ed ossessivi, la sua chitarra ipnotica, la sua voce profonda ed il suo speciale modo di cantare, fanno trasparire l’intera storia degli afro-americani. Il blues di John Lee Hooker ci fa percepire il canto dei giovani uomini africani deportati in schiavitù, il seme del hard rock degli anni ’80, lo spirito delle piantagioni del Mississippi e la violenza pesante del ghetto. Il vinile “Boom Boom” di casa Bellevue propone una bella selezione di alcuni dei brani più significati di questo artista come “Boogie Chillen’” (1948), “Crawlin’ King Snake” (1949), “Dimples” (1956), “Boom Boom” (1962) e altri ancora. |