BAREKET OR :  SAHAR  (ENJA)

Nel suo terzo album, Sahar, il bassista e compositore Or Bareket dimostra un'incredibile maestria compositiva ed una straordinaria abilità interpretativa. Le tracce del disco sono arricchite da potenti ritornelli melodici, pieni di passaggi complessi che trasudano intensità. Composto e registrato durante la pandemia, Sahar testimonia la nuova traiettoria artistica intrapresa dal bassista insieme ad alcuni eccellenti musicisti della nuova generazione ovvero Morgan Guerin (sax tenore, Ewi, organo), Jeremy Corren (pianoforte e Fender Rhodes), Savannah Harris (batteria e percussioni), oltre a Joel Ross (vibrafono) che ha anche prodotto il disco e co-arrangiato la musica. Il termine Sahar ha vari significati nelle lingue semitiche: nell'ebraico moderno si traduce semplicemente con 'mezzaluna', mentre in vari dialetti arabi si traduce con 'poco prima dell'alba' e 'insonnia', ossia lo stato onirico in cui si arriva dopo essere stati svegli tutta la notte a rimuginare e desiderare. Il disco descrive l'esperienza vissuta da Bareket durante la creazione del disco, quando, a causa dell'isolamento imposto dalla pandemia, il bassista ha avuto modo di riflettere molto. In Sahar Bareket ripensa ai suoi genitori e al nonno appena scomparso, colui che gli aveva regalato il suo primo basso e si rende conto che l'esperienza di una vera parentela (non solo genetica) con i miei nonni, ha plasmato la musica del nuovo album in modo definitivo. Durante il lockdown, in un periodo cioè in cui c'è stato una sorta di annullamento del senso lineare del tempo, mi sembrava che io e i miei antenati esistessimo in realtà parallele e simultanee, piuttosto che agli estremi opposti di una linea. Con Sahar, Bareket invita l'ascoltatore a passeggiare con lui nel tempo, riflettendo su coloro che si sono persi e celebrandoli attraverso il canto.
BAREKET OR
SAHAR
ENJA - CD: ENJ 98012
Nel suo terzo album, "Sahar", il bassista e compositore Or Bareket dimostra un'incredibile maestria compositiva ed una straordinaria abilità interpretativa. Le tracce del disco sono arricchite da potenti ritornelli melodici, pieni di passaggi complessi che trasudano intensità. Composto e registrato durante la pandemia, "Sahar" testimonia la nuova traiettoria artistica intrapresa dal bassista insieme ad alcuni eccellenti musicisti della nuova generazione ovvero Morgan Guerin (sax tenore, Ewi, organo), Jeremy Corren (pianoforte e Fender Rhodes), Savannah Harris (batteria e percussioni), oltre a Joel Ross (vibrafono) che ha anche prodotto il disco e co-arrangiato la musica. Il termine "Sahar" ha vari significati nelle lingue semitiche: nell'ebraico moderno si traduce semplicemente con 'mezzaluna', mentre in vari dialetti arabi si traduce con 'poco prima dell'alba' e 'insonnia', ossia lo stato onirico in cui si arriva dopo essere stati svegli tutta la notte a rimuginare e desiderare. Il disco descrive l'esperienza vissuta da Bareket durante la creazione del disco, quando, a causa dell'isolamento imposto dalla pandemia, il bassista ha avuto modo di riflettere molto. In "Sahar" Bareket ripensa ai suoi genitori e al nonno appena scomparso, colui che gli aveva regalato il suo primo basso e si rende conto che "l'esperienza di una vera parentela (non solo genetica) con i miei nonni, ha plasmato la musica del nuovo album in modo definitivo. Durante il lockdown, in un periodo cioè in cui c'è stato una sorta di annullamento del senso lineare del tempo, mi sembrava che io e i miei antenati esistessimo in realtà parallele e simultanee, piuttosto che agli estremi opposti di una linea". Con "Sahar", Bareket invita l'ascoltatore a passeggiare con lui nel tempo, riflettendo su coloro che si sono persi e celebrandoli attraverso il canto.
anche disponibiliemissione del 09 Ottobre 2022