PAN-AFRIKAN PEOPLES ARKESTRA :  FLIGHT 17  (PURE PLEASURE)

La Pan-Afrikan Peoples Arkestra (P.A.P.A.) di Horace Tapscott è stata una delle big band jazz più innovative e creative degli anni '60 e '70. Tuttavia questa formazione non ha mai raggiunto la fama di altre band del tempo e questo perché, in un settore dominato dalle etichette discografiche che hanno bisogno del prodotto commerciale, la Pan-Afrikan Peoples Arkestra non registrava da quasi vent'anni: i musicisti e il loro leader non avevano mai ambito al successo fine a se stesso. Nata come Underground Musicians Association all'inizio degli anni '60, nel 1971 la formazione fu ribattezzata Pan-Afrikan Peoples Arkestra e per un decennio ottenne una residenza mensile alla Immanuel United Church of Christ, suonando nel frattempo in tutta Los Angeles e oltre, ma senza mai pubblicare un disco. Fu l'intervento del loro fan Tom Albach a smuovere le cose. Convinto che il lavoro della P.A.P.A. dovesse essere documentato, Albach fondò la Nimbus Records appositamente per pubblicare la musica di Tapscott e dell'Arkestra e dei bravissimi musicisti che ne facevano parte. Le prime sessioni di registrazione, all'inizio del 1978, hanno prodotto abbastanza materiale per due album e la prima uscita fu Flight 17. Il disco inizia con la magnifica title track, suddivisa in tre parti, che si apre con le note del solo pianoforte. Quindi l'ensemble intraprende un movimento denso, circolare e meccanico, in cui ottoni e pianoforte offrono all'ascoltatore un'affascinante danza sonora. Breeze, la seconda traccia, è incentrata sul pianoforte: è più breve e intensa di Flight 17 e si conclude con uno splendido intervento dell'intera Arkestra. Mentre le prime due tracce sfruttano appieno la ricca varietà di strumenti offerta dalla big band, con Horacio, un esuberante jingle infuso di sonorità latine, c'è un cambio di passo. Si tratta di un brano diverso da tutti gli altri e sembra aver preso il titolo dall'alter ego cubano del leader! Clarisse alterna con grazia blues lento e bop e si chiude con un grande tema che ricorda l'oriente. In Maui che si apre con un'intensa linea di basso, si alternano linee melodiche e ritmi contrastanti, ma rimane sempre spazio per un assolo armonioso del sassofono. Flight 17 è un disco imperdibile: già solo le prime due tracce bastano per poterlo definire un capolavoro.
PAN-AFRIKAN PEOPLES ARKESTRA
FLIGHT 17
PURE PLEASURE - Vinile: PP 135
La Pan-Afrikan Peoples Arkestra (P.A.P.A.) di Horace Tapscott è stata una delle big band jazz più innovative e creative degli anni '60 e '70. Tuttavia questa formazione non ha mai raggiunto la fama di altre band del tempo e questo perché, in un settore dominato dalle etichette discografiche che hanno bisogno del prodotto commerciale, la Pan-Afrikan Peoples Arkestra non registrava da quasi vent'anni: i musicisti e il loro leader non avevano mai ambito al successo fine a se stesso. Nata come Underground Musicians Association all'inizio degli anni '60, nel 1971 la formazione fu ribattezzata Pan-Afrikan Peoples Arkestra e per un decennio ottenne una residenza mensile alla Immanuel United Church of Christ, suonando nel frattempo in tutta Los Angeles e oltre, ma senza mai pubblicare un disco. Fu l'intervento del loro fan Tom Albach a smuovere le cose. Convinto che il lavoro della P.A.P.A. dovesse essere documentato, Albach fondò la Nimbus Records appositamente per pubblicare la musica di Tapscott e dell'Arkestra e dei bravissimi musicisti che ne facevano parte. Le prime sessioni di registrazione, all'inizio del 1978, hanno prodotto abbastanza materiale per due album e la prima uscita fu "Flight 17". Il disco inizia con la magnifica title track, suddivisa in tre parti, che si apre con le note del solo pianoforte. Quindi l'ensemble intraprende un movimento denso, circolare e meccanico, in cui ottoni e pianoforte offrono all'ascoltatore un'affascinante danza sonora. "Breeze", la seconda traccia, è incentrata sul pianoforte: è più breve e intensa di "Flight 17" e si conclude con uno splendido intervento dell'intera Arkestra. Mentre le prime due tracce sfruttano appieno la ricca varietà di strumenti offerta dalla big band, con "Horacio", un esuberante jingle infuso di sonorità latine, c'è un cambio di passo. Si tratta di un brano diverso da tutti gli altri e sembra aver preso il titolo dall'alter ego cubano del leader! "Clarisse" alterna con grazia blues lento e bop e si chiude con un grande tema che ricorda l'oriente. In "Maui" che si apre con un'intensa linea di basso, si alternano linee melodiche e ritmi contrastanti, ma rimane sempre spazio per un assolo armonioso del sassofono. "Flight 17" è un disco imperdibile: già solo le prime due tracce bastano per poterlo definire un capolavoro.
anche disponibiliemissione del 04 Aprile 2022