"Zealand", il nuovo album di Morten Kargaard in settetto, sfugge ad ogni tipo di classificazione in quanto è una fusione di musica classica e ritmica, due generi che a prima vista non sembrerebbero poter interagire, ma che, se miscelati a dovere, danno vita a nuove ed innovative sonorità. Il compositore e chitarrista danese Morten Kargaard ed il suo settetto trasportano l'ascoltatore in un viaggio mozzafiato che tematicamente è ispirato dalla bellezza dei paesi nordici, dal gioco della luce sull'acqua che sempre si trova in queste terre, dall'ampiezza dei paesaggi e dallo stretto legame tra uomo e natura. Le composizioni, tutte firmate da Kargaard, si avventurano impavidamente verso forme inedite, ma dimostrando allo stesso tempo una grande consapevolezza ed un profondo rispetto per la struttura tradizionale. Alla base dell'innovativa visione musicale di Kargaard c'è la necessità di liberare gli strumenti dai ruoli che normalmente hanno nel contesto classico, dando loro più spazio per spostarsi verso altri ambiti e soprattutto per interagire senza che l'uno predomini sull'altro. Da questo punto di vista la strumentazione utilizzata in "Zealand" è il frutto di una scelta ponderata da cui vengono esclusi strumenti con un carattere tonale come la batteria che sovra-rappresenterebbe la parte ritmica o gli ottoni che riporterebbero troppo all'ambito classico. Invece oboe e flicorno sono perfetti per accompagnare contrabbasso, violino, viola e violoncello che in questo nuovo contesto assumono il ruolo di base armonica. E poi c'è la chitarra suonata da Morten Kargaard che occasionalmente prende il ruolo strumentale dell'arpa. "Zealand" è un album innovativo in cui il nuovo si confronta con la tradizione per superarla e dimostrare che questi nove strumenti, una volta liberati dai loro abituali ruoli, interagiscono in maniera davvero molto interessante. |
