Nel 1978 il famoso e premiatissimo compositore ed etnomusicologo David Fanshawe intraprese un viaggio in barca tra le isole del Pacifico per immortalare sonorità e tradizioni che stanno lentamente scomparendo. Alla fine della spedizione Fanshawe aveva accumulato 2000 nastri stereo, 950 scatole di diapositive a colori e 40 volumi del diario di bordo con minuziose annotazioni su usi, costumi e tradizioni polinesiane. Nella famiglia allargata del Pacifico, le isole Cook e Tahiti condividono numerosi vincoli culturali, uno dei quali è la tradizione corale che risale a secoli fa: come risultato dell'espansione europea nel Pacifico del XIX secolo, emersero nuovi canti polifonici che non avevano più a che fare con le antiche divinità pagane e che erano in favore del nuovo Dio a cui i ferventi missionari facevano convertire la popolazione indigena. Questa rivoluzione creò ovviamente delle forme ibride in cui i canti tradizionali venivano incorporati all'interno delle preghiere: i nuovi 'himene' (inni cantati a cappella) diventavano una specie di stile musicale poliglotta, una sintesi tuttora in evoluzione e che rimane assolutamente unica nelle isole Cook ed in una serie di isole della Polinesia francese. "Pacific Chats - Polynesian Himene" propone cori straordinari che si possono sentire solo in questa fetta di mondo, talvolta accompagnati dai suoni dell'oceano che gli isolani chiamano 'il canto della barriera corallina'. Con un libretto contenente dettagliate informazioni sullo studioso, foto a colori e note su ciascun brano proposto, "Pacific Chats - Polynesian Himene" è un documento storico che preserva le tradizioni delle isole che hanno fatto innamorare Paul Gauguin. |
